A volte si esagera e il troppo storpia.
In un mondiale sistema comunicativo, ove i mas media per aumentare l'audience esaltano in modo massivo i grandi dubbi, le ansie, le generali fibrillazioni politico economiche, ecc., ecc. il sistema sanitario e quello farmaceutico trovano pane, burro e marmellata per le loro economie. In questa cacofonia delirante di psicocultura della gestione della salute lentamente ma inesorabilmente stiamo offrendo anche i nostri bambini all'orco della sanificazione e normalizzazione a tutti i costi.
Un esempio? Stranamente oggi i vivaci patologici "certificati" si sono improvvisamente moltiplicati all'ennesima potenza e, casualmente, si è iniziato a suggerire, in modo sempre più pressante, l'utilizzo di psicofarmaci in età pediatica
Negli ultimi giorni vedo, in modo sempre più pervasivo in televisione, uno spot pubblicitario che vorrebbe far intendere la necessità della presenza di figure psicologiche nella scuola per un miglio benessere del bambino.
Alla sanità il compito di "CURARE LA SITUAZIONE PATOLOGICA" alla scuola va il compito di educare quindi necessità di educatori, insegnati professionalmente preparati (non ingegneri riciclati) e pedagogisti, si proprio pedagogisti quella strana categoria che si occupa di filosofie e strategie educative, che cercano metodi per aiutare il ragazzo ad apprendere senza considerare le sue difficoltà un "disturbo".
Un ragazzo non si apre spontaneamente davanti al dottore strizza cervelli, ma davanti ad un insegnante comprensivo, autorevole ed affettivamente partecipe si.
Ribadisco ALLA SANITÀ LA PATOLOGIA, ALLA SCUOLA L'EDUCAZIONE.
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