È passato qualche giorno, molto polverone è si è deposto al suolo, la cronaca, che con le sue turpi novità sa sempre come fare audience, come far dimenticare un argomento, un personaggio, un evento. Scemato il momento ormonale possiamo tornare su una frase che, per un breve attimo, ha scatenato le ire dei "postatori" compulsivi, dei fruitori e al contempo fornitori di informazioni adrenaliniche dei social network. Una frase rimbalzata in un fragoroso Eco (Umberto) sui media nazionali e oltre.
Ma veniamo alla frase incriminata: "I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. E' l'invasione degli imbecilli".
Sarebbe troppo facile schierarsi con la massa, in un lapidario pro o contro nei confronti di una frase che risulta essere altrettanto lapidaria.
Ma, ormoni a riposo, cerchiamo di elucubrare attentamente sull'argomento. I social network hanno, oggettivamente, concesso la possibilità a TUTTI di esprimere pubblicamente una propria opinione con un minimo sforzo, permettendo altresì di convalidarla mostrando (postando), il puntuale articolo che conferma un'opinione, un dubbio, una credenza, una cultura. Con pochi semplici gesti è diventato possibile sparare il personale pensiero del momento, in quell'immenso contenitore che si chiama rete, per gli amici "netty". Di questo dobbiamo ringraziare persone come i grandi Steve Jobs, Bil Gates, il vulcanico Mark Elliot Zuckerberg, ecc. che hanno reso possibile far sentire l'importanza del proprio pensiero a livello mondiale con il minimo sforzo e la massima efficienza e, perché no, efficacia. Sino a pochi lustri fa tutto questo era impensabile, pensate solo all'investimento personale necessario per poter rendere pubbliche le proprie elucubrazioni; prendere carta e penna o macchina da scrivere o terminale per poter scrivere un libro e pubblicarlo oppure farsi accreditare da una rivista per poter vedere pubblicato il proprio pensiero, questo a sua volta avrebbe comportato un continuo sforzo per poter scrivere su riviste a sempre maggior tiratura, un impegno per aumentare la propria competenza e conoscenza con l'annesso rischio di rimanere uomo a tiratura limitata.
Ora no, i social network non hanno e non pongono limiti o confini, la rete e i suoi nodi permettono a tutti, ma proprio tutti, di ESSERE contemporaneamente in ogni parte del globo in una presenza virale.
La rete è potente, permette a tutti di sapere ogni di ogni, la rete contiene tutte le informazioni ma, al contempo tutte le controinformazioni.
La pervasività della rete, la sua facilissima accessibilità per tutti, ha cambiato il mondo, trasformato culture e sistemi cognitivi L'utenza della macrobiblioteca internettiana non è quella della vecchia e polverosa biblioteca, se prima il non amante della conoscenza al massimo sfogliava la gazzetta dello sport oggi tutti si percepiscono potenziali ricercatori ed esplorano la rete in cerca di notizie belle, roboanti, scioccanti. Abbiamo così chi si improvvisa medico e offre alla platea ricette semplici ed efficaci per debellare il cancro e affamare le case farmaceutiche ... "e che ce vò, basta bere tutte le mattine un bicchiere di acqua tiepida e limone, a mezzogiorno una punta di bicarbonato, alla sera un insalatona di muschi e licheni", poi ci sono gli improbabili ingegneri in erba (ne fumassero di buona sarebbe meglio) in grado di rivoluzionare il trasporto con i nuovi motori ad acqua semplici, economici e in grado di eliminare inquinamento e distruggere le lobby dei petrolieri (due piccioni con un bicchier d'acqua). Cosa non dire poi dei vari animalisti, vegetariani, vegani, omofobi e anti omofobi, fino agli estremisti politici, religiosi e sportivi, tutti esperti, tutti pronti a convalidare una tesi forti di un post preso da un non si sa quale sito scritto da un non si sa quale professionista.
Caro Umberto, quando dici che I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli, sei troppo buono. TUTTI, in questa perfetta trappola per topi, ci siamo lasciati corrompere dalla facilità con qui si può avere un minimo di notorietà, tutti anche per gioco abbiamo postato un'immagine cruenta, il musetto simpatico di un cucciolo, un'opinione politica, sociale,sanitaria, ecc.
A questo punto tirando delle conclusioni dovrei scomodare qualcuno storicamente un pò più importante del pluri laureato e premiato filosofo nazionale citando una frase oggettivamente molto più famosa ..."Chi è senza peccato scagli il primo post, opss scusate, la prima pietra
